Soluzione maggiore o minore, quello di cui i pazienti hanno bisogno è soprattutto la soluzione terapeutica corretta. Oggi lo sviluppo va sempre più in direzione di un trattamento della psoriasi fatto su misura per i bisogni individuali di ogni singolo paziente. Oltre alla gravità dei sintomi vi sono fattori, come la localizzazione delle aree cutanee interessate e il vissuto personale della malattia cronico-infiammatoria, decisivi per la scelta della terapia.
Pomate, creme e luce
Nelle forme leggere di psoriasi a placche cronico-infiammatoria è sufficiente per la maggior parte delle volte una terapia esterna con pomate, lozioni o creme, tutte contenenti vitamina D o suoi derivati oppure cortisone. L’ultimo, tuttavia, non deve essere somministrato per lunghi periodi. Se nonostante questo non si riesce a tenere sotto controllo la malattia, è possibile aggiungere anche una fototerapia adiuvante contro le squame di color bianco-argento, poiché i raggi hanno proprietà antinfiammatorie. La balneoterapia combina bagni di sale e radiazioni ultraviolette. Nei casi più gravi di psoriasi, si può utilizzare soprattutto la PUVA terapia. Mediante l’assunzione di compresse, creme o bagni prima dell’esposizione alle radiazioni UVA, la pelle viene resa maggiormente sensibile alla luce. Una terza recente variante è rappresentata dalla laserterapia.
Grandi passi avanti nella terapia sistemica
«Nei casi in cui la fototerapia sia inefficace o inadatta, è possibile scegliere una terapia interna», spiega il Dr. Navarini. La scelta varia tra farmaci vecchi e nuovi con diversa efficacia. Tra i farmaci vecchi si trovano le compresse contenenti vitamina A e suoi derivati. Già da circa dieci anni esistono i cosiddetti farmaci biologici. I farmaci biochimici di seconda generazione, utilizzati per la psoriasi da moderata a grave. Poiché i loro componenti contengono proteine “grandiâ€, questi non possono essere somministrati sotto forma di compresse, ma solo come infusione o iniezione. Grazie all’elevata efficacia rappresentano un grande passo avanti.
Minuscole molecole a mo’ di arma
In confronto ai farmaci biologici, l’effetto di una nuova terapia del gruppo delle cosiddette “small molecules†è minore e più lento. «La nuova terapia può, tuttavia, ovviare a questo svantaggio se somministrata sotto forma di compresse», spiega il Dr. Navarini. Le piccolissime molecole sintetiche possono, a differenza dei farmaci biologici, penetrare all’interno di molte cellule ostacolando la produzione di marker infiammatori nelle cellule infiammatorie. «Dagli studi non è stato ancora possibile stabilire in maniera sufficiente quali effetti indesiderati possano insorgere nel caso in cui si dimentichi una dose», ammette l’esperto. «Nel complesso si tratta di una terapia che pone pochi problemi», dice il Dr. Navarini. «In confronto alle vecchie compresse sono necessari pochissimi accertamenti ed esami di laboratorio e questa terapia è ben combinabile ad altri trattamenti.»
«In particolare, questa variante terapeutica si adatta ai casi di psoriasi meno gravi così come alle forme di psoriasi percepite come gravi poiché compromettono significativamente la qualità della vita», spiega l’esperto Navarini. Nelle forme più gravi non è, tuttavia, la prima scelta.
Anche se non è possibile guarire completamente dalla psoriasi, è possibile intervenire con aiuti sempre migliori e individuali.